Il 24 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Tubercolosi. In questo giorno nell’anno 1882, Robert Koch annunciò alla comunità scientifica la scoperta del microbatterio che genera la Tubercolosi, ancora oggi definita una delle malattie più letali al mondo.
Nel 2021 uno degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite era quello di porre fine alla malattia entro il 2030. Oggi il percorso ha subito un processo di rallentamento o addirittura di arresto a causa dell’epidemia da Covid 19. Nel 2022 l’obiettivo rimane il medesimo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità mira a sensibilizzare tutti gli attori coinvolti nella lotta contro la tubercolosi, esattamente come le organizzazioni della società civile, gli operatori sanitari e le istituzioni a collaborare insieme per sradicare la malattia e ridurre in maniera drastica i decessi correlati ad essa.
Un nuovo piano d’azione per contrastare la tubercolosi nel periodo che va dal 2023 al 2030 è in via di definizione, al fine di rafforzare le azioni specifiche della regione europea per raggiungere gli obiettivi globali della strategia alla lotta contro la tubercolosi.
L’Italia risulta essere un paese “a basso livello endemico”, si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100.000 abitanti. E’ già dal 2010 che si registra un calo di casi di tubercolosi in Italia.
Le fasce più colpite risultano essere quelle più deboli e anche gli individui che hanno difficoltà ad accedere ai servizi socio-sanitari.
I dati raccolti nel 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità stabiliscono che ancora oggi, la tubercolosi è una delle dieci cause di morte in tutto il mondo. Risulta necessario incrementare le azioni e gli investimenti per la ricerca di vaccini efficaci, di strumenti di diagnosi più accurati e di modalità di trattamento diversificate e valide.
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