Quando parliamo di autismo ci troviamo di fronte un gruppo di disturbi di natura neurobiologica.
L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita.
Pur nelle differenti manifestazioni cliniche con cui si presentano, le caratteristiche tipiche si possono riassumere in:
A.Deficit nella comunicazionee nell’interazione sociale
B. Comportamenti e interessi, ristretti e ripetitivi.
I deficit sociali distinguono l’autismo dagli altri disturbi dello sviluppo. Gli individui affetti da autismo presentano difficoltà sociali e spesso non hanno gli stessi comportamenti che molte persone danno per scontati.
Lo sviluppo sociale insolito diventa evidente nella prima infanzia. I bambini autistici mostrano meno attenzione agli stimoli sociali, sorridono e osservano gli altri meno spesso e rispondono meno frequentemente al proprio nome. Inoltre essi differiscono più incisivamente riguardo alle norme sociali; per esempio, essi guardano meno gli altri negli occhi e non hanno la possibilità di utilizzare dei semplici movimenti per esprimersi, come ad esempio indicare le cose. I bambini dai tre a cinque anni con autismo hanno meno probabilità di comprendere le dinamiche sociali, di avvicinare gli altri spontaneamente, di imitare e rispondere alle emozioni, di comunicare non verbalmente e alternarsi in una discussione.
La maggior parte dei bambini autistici mostra meno attaccamento sicuro rispetto ai bambini neurotipici, anche se questa differenza non si rileva in coloro che hanno un più alto sviluppo intellettivo o una condizione autistica meno grave.
I bambini più grandi e gli adulti con disturbo dello spettro autistico presentano risultati peggiori nei test visivi riguardo al riconoscimento delle emozioni facciali, anche se ciò può essere in parte dovuto ad una minore capacità di definire le proprie emozioni.
I bambini con autismo ad alto funzionamento soffrono di una solitudine più intensa e frequente rispetto ai coetanei non-autistici, nonostante l’erronea credenza comune che i bambini con autismo preferiscano essere soli.
Crearsi amicizie e coltivarle si rivela spesso difficoltoso ma la qualità delle amicizie e non il numero di amici, influisce maggiormente sulla solitudine. Amicizie funzionali, quali quelle che scaturiscono da inviti alle feste o da attività sociali, possono influire più incisivamente sulla qualità della vita.
Vi sono molti rapporti aneddotici, ma pochi studi sistematici, riguardo ad atteggiamenti aggressivi o violenti da parte di individui autistici; dati limitati indicano che, nei bambini con ritardo mentale, l’autismo può essere correlato con aggressività, danneggiamenti e capricci.
Ad essere assente o fortemente compromesso nell’autismo è il patrimonio innato di abilità con cui ogni essere umano, ovunque si trovi e al di là di qualsiasi differenza etnica e culturale, riesce ad entrare in contatto con gli altri, ad intuirne bisogni, stati d’animo, aspettative.
Molte persone autistiche ad alto funzionamento, cioè con un livello intellettivo e linguistico che permette loro di raccontare del loro autismo, si sono definite “extraterrestri”, proprio per il senso di estraneità e di disorientamento che il mondo basato sulla neuro tipicità provoca in loro.
Questa mancanza di intuizione, non solo per quanto riguarda il mondo sociale ma anche il succedersi degli eventi, fa sì che le persone autistiche fatichino a collaborare e ad avere iniziativa nella vita di tutti i giorni e soprattutto a sopportare i cambiamenti di routine e gli imprevisti; per la stessa ragione possono entrare in crisi per le attese o per il fatto di dover aspettare il proprio turno o per altre situazioni simili.
Anche gli stimoli sensoriali vengono elaborati dalle persone con autismo in modo diverso rispetto alla popolazione neuro tipica.
Circa un terzo alla metà degli individui affetti da autismo, non è in grado di sviluppare un linguaggio sufficientemente naturale in grado di soddisfare le proprie esigenze di comunicazione quotidiana. I deficit di comunicazione possono presentarsi fin dal primo anno di vita e possono includere insorgenza ritardata di lallazione, gesti inusuali, diminuzione della reattività e modelli vocali non sincronizzati.
Nel secondo e terzo anno, i bambini con autismo hanno un utilizzo di consonanti, di parole, di combinazioni di parole e di lallazione, meno frequente e meno diversificata; i loro gesti sono meno frequentemente integrati con le parole.
I bambini autistici sono meno inclini a fare richieste o a condividere esperienze e sono più propensi a ripetere semplicemente le parole degli altri (ecolalia) o ricorrere all’inversione dei pronomi. Vi possono essere dei problemi nel sostenere un discorso funzionale e il deficit di attenzione sembra essere comune nei bambini con autismo: ad esempio, essi possono guardare la mano che punta al posto dell’oggetto puntato. Inoltre, possono presentarsi difficoltà con il gioco fantasioso e nella simbolizzazione linguistica.
E’ importante tenere presente che quando parliamo di autismo ancora troppo spesso ci focalizziamo solo sull’individuo, trascurando le ricadute che questa condizione ha sui sistemi prossimali: la famiglia, la scuola, e più in generale la comunità.
Gli individui autistici possono presentare alcuni sintomi che sono indipendenti dalla diagnosi, ma che possono influenzare la loro vita o la loro sfera famigliare. Si stima che da circa lo 0,5% al 10% degli autistici manifesta abilità inusuali, che vanno dalle grandi capacità in attività specifiche, come una straordinaria capacità di memorizzazione di dettagli irrilevanti, allo sviluppo di condizioni note come “sindrome del savant”. Molte persone con il disturbo dello spettro autistico mostrano abilità superiori alla popolazione generale, nella percezione e nell’attenzione. Anomalie sensoriali si riscontrano in oltre il 90% dei casi,[28] anche se non vi è alcuna prova che i sintomi sensoriali differenzino l’autismo dagli altri disturbi dello sviluppo.
Si stima che circa dal 60% all’80% delle persone con autismo abbiano segni motori che includono scarso tono muscolare, aprassia e deambulazione prevalente sulle punte. I deficit nella coordinazione motoria sono molto diffusi negli individui con autismo.
L’autismo è una condizione che porta con sé difficoltà, più o meno severe, ma è anche una grande sfida educativa, umana, e di inclusione.
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